Francesco Casetti
research: Seminar
L’illusione non è solo il prodotto di una serie di procedimenti testuali; essa ha anche bisogno di un ambiente mediale che la sostenga. Per ambiente mediale, o mediascape, intendo uno spazio che nell’ospitare dei media, diventa parte di essi, al punto da farsi esso stesso strumento di mediazione. Un buon esempio di illusione che nasce in e da un ambiente ci è fornito dalla Fantasmagoria, in cui l’effetto di presenza dei fantasmi dipendeva sia dalla qualità e dalle modalità della proiezione, sia dall’arrangiamento dello spazio in cui la proiezione avveniva. Proverò ad applicare questo doppio registro di analisi, visuale e ambientale, anche all’esperienza di Zoom e all’effetto di co-presenza e interazione che esso persegue.
Francesco Casetti è Thomas E. Donnelley Professor of Humanities and Filmand Media Studies a Yale. Ha lavorato a lungo in Italia, ed è stato visiting professor a Paris III, Iowa, Berkeley e Harvard. È stato Fellow presso la Otago University, l’IKKM di Weimar, e BildEvidenz a Berlino. Con Jane Gaines, ha fondato il Permanent Seminar on Histories of Film Theories. Tra i suoi libri, tradotti in diverse lingue, Dentro lo sguardo. Il film e il suo spettatore (1986), Teorie del cinema. 1945-1990 (1993), L’occhio del Novecento. Cinema, esperienza, modernità (2005) e La Galassia Lumière (2015). Con Federico di Chio ha scritto Analisi del film e Analisi della televisione.
research: seminar
L’illusione non è solo il prodotto di una serie di procedimenti testuali; essa ha anche bisogno di un ambiente mediale che la sostenga. Per ambiente mediale, o mediascape, intendo uno spazio che nell’ospitare dei media, diventa parte di essi, al punto da farsi esso stesso strumento di mediazione. Un buon esempio di illusione che nasce in e da un ambiente ci è fornito dalla Fantasmagoria, in cui l’effetto di presenza dei fantasmi dipendeva sia dalla qualità e dalle modalità della proiezione, sia dall’arrangiamento dello spazio in cui la proiezione avveniva. Proverò ad applicare questo doppio registro di analisi, visuale e ambientale, anche all’esperienza di Zoom e all’effetto di co-presenza e interazione che esso persegue.